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Invecchiamento: come ringiovanire le cellule immunitarie per vivere più a lungo?

Scopri le ultime ricerche scientifiche che promettono di rivoluzionare la lotta all'invecchiamento e alle malattie neurodegenerative, con un focus sul ringiovanimento delle cellule immunitarie e l'eliminazione delle cellule senescenti.
  • iMPs migliorano la memoria e riducono l'infiammazione cerebrale nei topi.
  • Senolitici: eliminano le cellule senescenti, testati con successo su umani.
  • 14,1 milioni di sterline investiti nella ricerca sulla Progeria.

La ricerca scientifica sta compiendo passi da gigante nella comprensione e nel contrasto dei processi di invecchiamento e delle patologie ad esso correlate, come l’Alzheimer e il Parkinson. Un approccio promettente si basa sul “ringiovanimento” delle cellule immunitarie, in particolare dei fagociti mononucleati, che con l’età perdono la loro efficacia nel rimuovere le scorie e le proteine dannose dal cervello.

Un team del Cedars-Sinai Medical Center ha sviluppato una strategia innovativa, trasformando cellule comuni della pelle o del sangue in cellule staminali indotte (iPSCs) e successivamente differenziandole in cellule immunitarie giovani, ribattezzate iMPs. L’infusione di queste cellule nei topi anziani o affetti da Alzheimer ha prodotto risultati sorprendenti: un miglioramento della memoria, una riduzione dell’infiammazione cerebrale e un ringiovanimento dei neuroni.
È interessante notare che le iMPs non raggiungono direttamente il cervello, ma agiscono a distanza, in organi periferici come i polmoni e la milza. La loro azione sembra includere la diminuzione dei livelli di proteine amiloidi tossiche per le cellule cerebrali, prodotte dal fegato. Ciò suggerisce che le iMPs svolgono un ruolo di “difensori remoti”, salvaguardando il cervello senza accedervi fisicamente.

Parallelamente, un gruppo di studiosi della Washington University School of Medicine di St. Louis ha scoperto che le cellule del sistema immunitario che avvolgono l’encefalo esercitano un’influenza sull’efficacia con cui i prodotti di scarto vengono eliminati. Hanno osservato che queste cellule immunitarie sono danneggiate nei topi anziani e nelle persone con Alzheimer. Somministrare un composto immunostimolante a topi anziani ha rinnovato le loro cellule immunitarie e potenziato la capacità di smaltire le scorie cerebrali. In particolare, i macrofagi influenzano la motilità delle arterie sanguigne, le quali, a loro volta, regolano il flusso di purificazione del fluido attraverso il cervello. Quando questi macrofagi sono carenti o alterati, i detriti si accumulano nel cervello.

Questi risultati suggeriscono che il ripristino del flusso di liquidi attraverso il cervello, potenziando l’attività dei macrofagi, potrebbe rallentare la progressione di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, l’ictus, il Parkinson e la sclerosi multipla.

Senolitici: un’altra arma contro l’invecchiamento

Un’altra strategia promettente nella lotta all’invecchiamento è l’utilizzo di farmaci senolitici, sostanze capaci di eliminare le cellule senescenti, ovvero cellule disfunzionali che si accumulano nel corpo con l’età e che sono associate a diverse malattie, tra cui l’Alzheimer.
Uno studio pubblicato sulla rivista EBioMedicine ha dimostrato per la prima volta l’efficacia di un cocktail di farmaci senolitici nel rimuovere le cellule senescenti dal corpo umano. I senolitici, che possono essere estratti anche dalla frutta e dalla verdura come la quercetina, potrebbero un giorno sconfiggere le malattie croniche e rallentare l’invecchiamento.
Studi condotti su animali hanno evidenziato che gli agenti senolitici sono in grado di eliminare le cellule in stato di senescenza, producendo simultaneamente effetti anti-invecchiamento e migliorando il quadro clinico di varie patologie croniche. Una recente indagine clinica ha accertato che i composti senolitici migliorano la condizione clinica di individui affetti da fibrosi polmonare idiopatica. Il nuovo studio ha accertato una diminuzione delle cellule senescenti sia nel flusso sanguigno che nel tessuto adiposo, confermando così il loro meccanismo d’azione. Il passo successivo sarà valutare se gli agenti senolitici siano capaci di ridurre la resistenza all’insulina e altri fattori eziologici di patologie e complicazioni.

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La glicazione: un processo dannoso per i tessuti

La glicazione è una reazione chimica non enzimatica in cui le molecole di zucchero reagiscono con le proteine, formando glicoproteine deformate e mal funzionanti. Questo processo, noto come reazione di Maillard, porta alla formazione di prodotti avanzati della glicazione (AGEs), che si legano a recettori sulla membrana cellulare (RAGE) inducendo stress ossidativo e promuovendo l’infiammazione.

Questa reazione contribuisce in maniera significativa all’invecchiamento cellulare e a diverse affezioni come l’Alzheimer, varie forme di cancro, patologie cardiovascolari, il processo di invecchiamento cutaneo, le malattie del tessuto connettivo, la degenerazione del cristallino e la riduzione della densità ossea e muscolare. La proporzione di accumulo di AGEs e le conseguenti alterazioni tessutali sono direttamente collegate al livello di glucosio nel sangue e alla persistenza delle variazioni glicemiche. Anche l’alimentazione, e in particolare le tecniche di cottura, possono costituire una fonte ambientale rilevante di AGEs. La cottura a fiamma viva e la frittura determinano la formazione della maggiore quantità di AGEs, seguite dalla cottura arrosto e dalla bollitura.

Tecniche di cottura ad alta temperatura, come friggere e grigliare, comportano una produzione elevata di AGEs, seguite poi dai metodi che prevedono l’arrostire e il bollire.

Per rallentare la glicazione, è importante limitare gli alimenti ad alto contenuto di zucchero e di carboidrati raffinati, controllare la quantità giornaliera di carboidrati assunti e modulare le abitudini di vita, evitando il fumo e l’eccesso di stress psicosociale. La restrizione calorica, inoltre, genera un marcato effetto antinfiammatorio, con una diminuzione del tessuto adiposo e della secrezione di citochine proinfiammatorie, una riduzione del glucosio plasmatico e della concentrazione degli AGEs.

Quando l’attività o il numero di questi macrofagi è insufficiente o presentano anomalie, si assiste a un deposito di scorie all’interno del tessuto cerebrale.

Progeria: la ricerca non si ferma

La Progeria, o sindrome di Hutchinson-Gilford, è una malattia genetica rarissima che causa un invecchiamento precoce e accelerato nei bambini. La Progeria Research Foundation (PRF) ha destinato oltre 14,1 milioni di sterline al finanziamento di 85 sovvenzioni per progetti di ricerca sulla Progeria, distribuiti in 18 stati e ulteriori 14 nazioni.

I progetti di ricerca finanziati dalla PRF mirano a comprendere i meccanismi molecolari alla base della Progeria e a sviluppare nuove terapie per migliorare la qualità della vita e la longevità dei bambini affetti da questa malattia. Tra le aree di ricerca più promettenti vi sono la riduzione dei livelli di progerina, la proteina mutata che causa la Progeria, l’inibizione dell’infiammazione e della calcificazione vascolare, e il ripristino dell’omeostasi del pirofosfato.

Verso un futuro più sano e longevo: Riflessioni conclusive

La ricerca scientifica sta aprendo nuove prospettive nella lotta all’invecchiamento e alle malattie ad esso correlate. Le strategie basate sul ringiovanimento delle cellule immunitarie, sull’eliminazione delle cellule senescenti e sulla modulazione della glicazione offrono nuove speranze per un futuro più sano e longevo.
Nozione base: L’invecchiamento è un processo complesso e multifattoriale, influenzato da fattori genetici, ambientali e di stile di vita. Adottare uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata, attività fisica regolare e gestione dello stress, può contribuire a rallentare il processo di invecchiamento e a prevenire le malattie ad esso correlate.

Nozione avanzata: La senescenza cellulare, ovvero l’accumulo di cellule disfunzionali con l’età, è un fattore chiave nell’invecchiamento e nelle malattie ad esso correlate. Le terapie senolitiche, che mirano a eliminare le cellule senescenti, rappresentano un approccio promettente per migliorare la salute e la longevità.
La ricerca scientifica ci sta fornendo strumenti sempre più potenti per comprendere e contrastare i processi di invecchiamento. Ma la vera sfida è tradurre queste scoperte in terapie efficaci e accessibili a tutti. È fondamentale investire nella ricerca e nella prevenzione, per garantire un futuro più sano e longevo per tutti.

La letteratura italiana, con la sua profonda sensibilità verso la condizione umana, ci ricorda che l’invecchiamento non è solo un processo biologico, ma anche un’esperienza esistenziale. Affrontare l’invecchiamento con consapevolezza, accettazione e resilienza è fondamentale per vivere una vita piena e significativa, indipendentemente dall’età.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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