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Digital divide: come proteggere i nostri anziani?

L'esclusione digitale degli anziani limita l'accesso ai servizi essenziali e li espone a truffe. Analizziamo le soluzioni per un'inclusione digitale efficace e duratura.
  • Su 16 milioni di pensionati, solo 4 milioni usano i PIN INPS.
  • Dal 2020 stop emissione PIN INPS, dal 2021 solo SPID.
  • Studio rivela ansia e tecnofobia negli anziani verso i computer.

Gli anziani. Il processo di smaterializzazione dei servizi, soprattutto quelli forniti da INPS e Poste Italiane, pur puntando a un’efficienza superiore e a una contrazione dei costi, sta erigendo un muro apparentemente invalicabile per chi è sprovvisto delle necessarie abilità digitali. Questa esclusione va oltre la semplice questione di agilità; incide profondamente sull’accesso a diritti essenziali, come la pensione, e accresce la loro esposizione a frodi e all’isolamento sociale.

L’INPS, incentivato dall’adeguarsi ai tempi correnti, ha progressivamente digitalizzato le sue pratiche, rendendo sempre più arduo l’accesso ai servizi per coloro che non sono in grado di utilizzare SPID, PEC o altre modalità di autenticazione digitale. Un pensionato ottantenne privo di familiarità con computer o smartphone si ritrova davanti a un dedalo burocratico che lo allontana dal suo diritto alla pensione. La necessità di prelevare il cedolino online, di inoltrare domande per agevolazioni o di esaminare la propria situazione contributiva via web si trasforma in un impedimento impossibile da superare. E’ stato stimato che su 27 milioni di PIN rilasciati dall’Istituto, solo 4 milioni riguardano i pensionati, su una platea di circa 16 milioni, evidenziando un problema di digitalizzazione che coinvolge circa 12 milioni di persone.

Questa circostanza non solo rende più difficile la vita degli anziani, ma li rende vulnerabili a pericoli notevoli. Le truffe online, per esempio, sono in continuo aumento e gli anziani, spesso meno consci dei rischi della rete, divengono facile bersaglio di individui con cattive intenzioni che mirano a sottrarre loro denaro o dati personali. L’isolamento sociale, già un problema per molti anziani, viene ulteriormente esacerbato dalla difficoltà di interagire con i propri familiari e di accedere ai servizi online, che diventano sempre più importanti per la quotidianità. La solitudine digitale si aggiunge alla solitudine fisica, creando un circolo vizioso che inficia la salute e il benessere degli anziani.

È imprescindibile valutare che questa problematica non affligge tutti gli anziani nello stesso modo. Coloro che hanno un basso livello di istruzione, un reddito esiguo e una rete sociale limitata sono particolarmente indifesi. La digitalizzazione rischia di amplificare le disuguaglianze preesistenti, creando una spaccatura tra chi ha accesso alle tecnologie e chi ne è escluso. Questa frattura non è solo economica, ma anche sociale e culturale, e rischia di emarginare ulteriormente gli anziani, privandoli della loro dignità e del loro diritto a partecipare pienamente alla vita della società. Già nel 2020 è stata interrotta l’emissione di nuovi PIN INPS e, a partire dal 1° ottobre 2021, l’unico metodo per accedere al sito dell’INPS è diventato lo Spid.

## Le sfide tecnologiche per la terza età: tra spid, home banking e green pass

L’avvento della digitalizzazione ha trasformato radicalmente la nostra società, portando con sé innumerevoli vantaggi, ma anche nuove sfide, soprattutto per la popolazione anziana. La richiesta di identità digitale, pec, token di sicurezza bancaria, password multiple e la necessità di gestire ricette elettroniche e green pass hanno generato una sensazione di smarrimento e solitudine in molti anziani, che si trovano a dover affrontare un mondo digitale complesso e in continua evoluzione. La mancanza di un supporto immediato da parte di familiari o amici, in grado di fornire assistenza e orientamento, aggrava ulteriormente questa situazione, lasciando gli anziani soli di fronte a un cambiamento epocale.
La realtà quotidiana di molti anziani è costellata di difficoltà legate all’utilizzo delle nuove tecnologie. Un pensionato che entra in banca e si trova di fronte a un totem multifunzione, senza la presenza di un cassiere in carne e ossa, può sentirsi disorientato e incapace di effettuare le operazioni necessarie. L’home banking, che dovrebbe semplificare la gestione delle finanze, diventa un ostacolo insormontabile per chi non ha dimestichezza con il computer o con internet. Anche attività apparentemente semplici, come guardare la televisione, possono diventare complicate, a causa della necessità di navigare tra canali digitali e piattaforme di streaming, spesso a pagamento. Uno studio condotto dall’Università dell’Aquila, intitolato “Barriere psicologiche alla vita digitale degli adulti anziani: l’ansia da computer come meccanismo predittivo della tecnofobia”, ha evidenziato l’impatto emotivo delle tecnologie digitali sulla popolazione adulta italiana. Tale ricerca ha rivelato che numerosi adulti percepiscono un senso di inadeguatezza nell’interagire con dispositivi tecnologici, in particolare i computer più degli smartphone, rischiando di sviluppare una vera e propria tecnofobia.

La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente accentuato questa solitudine digitale, rendendo ancora più evidente il divario generazionale tra nativi digitali e anziani. La necessità di comunicare a distanza con i propri cari, attraverso videochiamate o messaggi, ha messo a dura prova le competenze digitali di molti anziani, che si sono sentiti esclusi e isolati. L’impossibilità di partecipare ad attività sociali e culturali, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, ha ulteriormente impoverito la loro vita sociale e ha accentuato il senso di solitudine e abbandono.

Di fronte a questa situazione, è fondamentale che la società si interroghi sulle conseguenze della digitalizzazione e si impegni a trovare soluzioni che favoriscano l’inclusione digitale degli anziani. Non si tratta solo di fornire loro gli strumenti tecnologici necessari, ma anche di offrire un supporto adeguato, attraverso corsi di formazione, assistenza personalizzata e iniziative di sensibilizzazione. È necessario creare un ambiente digitale più accessibile e inclusivo, che tenga conto delle esigenze e delle capacità degli anziani, e che li aiuti a superare le barriere tecnologiche e a sentirsi parte integrante della società. La Fnp Cisl Bergamo ha attivato un servizio per i cittadini che desiderano ottenere lo Spid, l’identità digitale obbligatoria per accedere ai servizi online della pubblica amministrazione.

## Politiche per l’inclusione sociale e il benessere degli anziani nell’era digitale
La transizione demografica in atto pone sfide inedite alle nostre società, con un aumento significativo della popolazione anziana e una crescente necessità di garantire loro un’esistenza dignitosa e inclusiva. In questo contesto, la lotta contro la solitudine digitale diventa una priorità assoluta, non solo per favorire l’accesso ai servizi essenziali, ma anche per promuovere il benessere psicofisico e la partecipazione attiva degli anziani alla vita sociale. È necessario un approccio integrato che coinvolga diversi attori, dalle istituzioni pubbliche alle organizzazioni del terzo settore, dalle imprese alle famiglie, per creare una rete di supporto che accompagni gli anziani nel loro percorso di invecchiamento attivo e consapevole.

Le politiche per l’inclusione sociale degli anziani devono mirare a contrastare l’isolamento, a promuovere la socializzazione e a favorire la partecipazione alla vita della comunità. A tal fine, è fondamentale investire in servizi di prossimità, come centri diurni, case di riposo e attività ricreative, che offrano agli anziani opportunità di incontro, di scambio e di apprendimento. È inoltre necessario sostenere le famiglie, che spesso si fanno carico dell’assistenza agli anziani, attraverso servizi di supporto domiciliare, assegni di cura e congedi parentali. La creazione di reti di vicinato solidali, in cui i cittadini si aiutano reciprocamente, può contribuire a rafforzare il tessuto sociale e a prevenire l’isolamento degli anziani.

Parallelamente, è necessario promuovere l’alfabetizzazione sanitaria e digitale degli anziani, per consentire loro di accedere alle informazioni e ai servizi online in modo autonomo e consapevole. A tal fine, è fondamentale organizzare corsi di formazione, laboratori e attività di tutoraggio, che insegnino agli anziani le basi dell’utilizzo del computer, di internet e dei principali servizi online. È inoltre necessario semplificare le procedure burocratiche e rendere i siti web e le applicazioni più accessibili, utilizzando un linguaggio chiaro e comprensibile e offrendo alternative ai sistemi di autenticazione complessi. Secondo i dati presentati dalla Fondazione Visentini sulla Vicinanza della salute per la popolazione anziana 2023, le reti di interconnessione sociale hanno mostrato una preoccupante tendenza al declino, soprattutto in epoca post pandemica.

Infine, è necessario investire in infrastrutture e tecnologie che favoriscano l’inclusione digitale degli anziani. A tal fine, è fondamentale garantire la copertura della banda larga in tutto il territorio nazionale, anche nelle zone rurali e montane, e offrire agli anziani dispositivi tecnologici a prezzi accessibili. È inoltre necessario promuovere la ricerca e l’innovazione nel campo delle tecnologie assistive, per sviluppare strumenti e applicazioni che facilitino la vita quotidiana degli anziani e che consentano loro di mantenere la propria autonomia e indipendenza. Il viceministro Bellucci ha affermato che “La solitudine è un male che si aggiunge ai malanni dell’età e produce una sofferenza in troppe persone anziane, soprattutto quando sono povere e malate”.

## Un futuro inclusivo: proposte concrete per superare la solitudine digitale

Per affrontare efficacemente la sfida della solitudine digitale e garantire un futuro inclusivo per gli anziani, è necessario adottare un approccio proattivo e multidimensionale, che tenga conto delle diverse esigenze e vulnerabilità di questa fascia di popolazione. Le proposte concrete per superare la solitudine digitale devono mirare a creare un ecosistema digitale accessibile, inclusivo e sicuro, in cui gli anziani si sentano a proprio agio e in grado di partecipare attivamente alla vita sociale e civile.

Un primo passo fondamentale è la promozione dell’alfabetizzazione digitale, attraverso corsi di formazione mirati e personalizzati, che tengano conto del livello di istruzione, delle competenze pregresse e delle specifiche esigenze degli anziani. Questi corsi dovrebbero essere organizzati in luoghi accessibili e familiari, come centri sociali, biblioteche e parrocchie, e dovrebbero essere tenuti da formatori qualificati e sensibili alle difficoltà degli anziani. È inoltre importante coinvolgere le scuole e le università, attraverso progetti di volontariato e di tutoraggio, che consentano agli studenti di condividere le proprie competenze digitali con gli anziani.

Un altro aspetto cruciale è la semplificazione delle procedure online e la creazione di interfacce più intuitive e accessibili. I siti web e le applicazioni dei servizi pubblici dovrebbero essere progettati tenendo conto delle esigenze degli anziani, utilizzando un linguaggio chiaro e semplice, caratteri di dimensioni adeguate e colori contrastanti. È inoltre importante offrire alternative ai sistemi di autenticazione complessi, come lo SPID, attraverso l’utilizzo di codici QR, sistemi di riconoscimento vocale o l’assistenza di operatori qualificati. Come sottolineato da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, è urgente trovare soluzioni efficaci e rapide, e il CDA dell’INPS è chiamato a rispondere per assicurare ai pensionati il diritto di accedere al proprio cedolino, superando sia le difficoltà legate all’uso del PIN INPS in questa fase di transizione (per chi lo ha ancora valido) sia quelle relative all’ottenimento e all’utilizzo dello Spid.

Parallelamente, è necessario rafforzare i servizi di assistenza e supporto agli anziani, attraverso la creazione di sportelli digitali presso i comuni, le aziende sanitarie e le associazioni di volontariato. Questi sportelli dovrebbero offrire agli anziani un aiuto concreto nell’utilizzo dei servizi online, nella risoluzione di problemi tecnici e nella protezione dalle truffe informatiche. È inoltre importante promuovere la creazione di reti di supporto informale, attraverso l’organizzazione di gruppi di auto-aiuto, la promozione del vicinato solidale e il coinvolgimento dei familiari e degli amici. È indispensabile che le istituzioni si facciano portavoce della necessità di affrontare il divario digitale che colpisce la popolazione anziana nell’accesso ai servizi della pubblica amministrazione, e in particolare dell’INPS, proponendo anche un vasto programma di alfabetizzazione digitale e impiegando le risorse messe a disposizione dal Next Generation Ue.

Infine, è necessario promuovere una cultura digitale inclusiva, che valorizzi le competenze e le esperienze degli anziani e che li consideri non solo come fruitori passivi delle tecnologie, ma anche come protagonisti attivi della società digitale. A tal fine, è importante sostenere progetti e iniziative che promuovano l’utilizzo delle tecnologie da parte degli anziani per l’apprendimento permanente, la partecipazione civica, la creatività e la socializzazione. È inoltre necessario sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’inclusione digitale degli anziani e sui benefici che essa può portare sia agli anziani stessi che alla società nel suo complesso.

Amici, riflettiamo insieme su un aspetto cruciale della nostra società contemporanea: l’invecchiamento e la cura degli anziani. Spesso ci concentriamo sulle sfide mediche e assistenziali, trascurando l’impatto che la solitudine, soprattutto quella digitale, può avere sulla loro vita. Immaginate di non poter accedere ai servizi essenziali, di sentirvi tagliati fuori dal mondo perché non riuscite a utilizzare uno smartphone o un computer. Questo è ciò che vivono molti anziani oggi. La solitudine digitale non è solo una questione tecnologica, ma un problema sociale che mina la loro dignità e il loro benessere.
Quindi, ecco un concetto base di invecchiamento e cura: la qualità della vita degli anziani dipende non solo dalla salute fisica, ma anche dalla loro capacità di rimanere connessi con il mondo e di partecipare attivamente alla società.

Ora, una riflessione più avanzata: il sistema pensionistico moderno, pur garantendo un reddito agli anziani, non affronta adeguatamente le sfide legate alla loro inclusione sociale e digitale. È necessario un approccio più olistico, che tenga conto delle loro esigenze specifiche e che promuova politiche attive per combattere la solitudine e favorire l’invecchiamento attivo. Dobbiamo ripensare il nostro modello di welfare, investendo in servizi e infrastrutture che consentano agli anziani di vivere una vita piena e soddisfacente, anche nell’era digitale.

Vi invito a riflettere su questo: cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per aiutare gli anziani che ci circondano a superare la solitudine digitale? Un gesto semplice, come insegnare loro a utilizzare uno smartphone o a navigare su internet, può fare la differenza nella loro vita. Non dimentichiamo che anche noi, un giorno, saremo anziani.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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